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18.01.2023

Il tempo d’arresto

Conoscere il tempo d’arresto delle parti mobili pericolose di una macchina è di fondamentale importanza. Questo perché in base alla specifica posizione e alla distanza dai punti di accesso della macchina, è possibile definire il tipo di interblocco da utilizzare oppure il tipo di barriera ottica considerandone anche la risoluzione.

La norma EN ISO 14119, specifica per i dispositivi di interblocco associati ai ripari mobili, indica chiaramente che il progettista si deve porre la seguente domanda: “Le prestazioni complessive di arresto del sistema sono superiori al tempo di accesso?”. 

Se la risposta è positiva, si è obbligati ad utilizzare un dispositivo di interblocco con funzione di blocco.

Su come eseguire il calcolo del tempo di accesso ci viene in supporto la norma EN ISO 13855; che stabilisce il posizionamento dei mezzi di protezione in funzione delle velocità di avvicinamento di parti del corpo umano. La norma specifica i parametri basati sui valori delle velocità di avvicinamento delle parti del corpo umano e fornisce una metodologia per determinare le distanze minime di una zona pericolosa dalla zona di rilevamento o dai dispositivi di azionamento dei mezzi di protezione.

Se la distanza a cui posizionare i dispositivi di interblocco, senza la funzione di blocco, risulta molto elevata e quindi non realizzabile, perché superiore allo spazio disponibile, è possibile utilizzare dispositivi di interblocco con funzione di blocco.

In questo caso, i dispositivi che comandano lo sblocco, fanno parte di una specifica funzione di sicurezza; pertanto, dovranno essere scelti con opportune caratteristiche per determinare il relativo Performance Level (PL) o il SIL. 

Nel caso di barriere ottiche, il tempo di arresto permette di determinarne, la corretta posizione, nonché la risoluzione, per dare un segnale tempestivo di arresto, a seconda che siano intercettate da un dito, una mano, un braccio oppure da tutto il corpo.  Tutto ciò in base alla distanza dal punto pericoloso e al tempo per raggiungerlo, che, come precedentemente specificato, deve essere superiore al tempo di arresto delle parti mobili pericolose.

La divisione tec.nicum, che si occupa degli aspetti normativi, è fornita di attrezzature specifiche per rilevare e calcolare il tempo di arresto totale di ogni singola parte, valutandone l’inerzia cinetica. In particolar modo, dove sono installate barriere ottiche, i tempi di arresto degli organi mobili pericolosi, devono essere verificati in fase di posizionamento delle barriere stesse e periodicamente. Questo si rende necessario perché un aumento del tempo di arresto, potrebbe rendere un certo tipo di barriera non più efficace, dovendone quindi spostare la posizione di installazione o dovendola sostituire con un’altra con differente risoluzione. Sempre più aziende si stanno tutelando dai possibili per evitare possibili infortuni, facendo verificare le barriere ottiche, installate sulle loro macchine, dai nostri esperti tec.nicum. 

 

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